mons. Michal Kozal (1893-1943)

mons. Michal Kozal (1893-1943)

Il beato Michal (Michele) Kozal è uno dei tanti figli della Polonia, che testimoniarono con la loro forte fede, l’identità di cattolici, morendo a migliaia nei famigerati campi di concentramento e di sterminio tedeschi.
Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato a Varsavia il 14 giugno 1987, durante uno dei suoi primi pellegrinaggi nella comune patria la Polonia.
Michele Kozal nacque il 25 settembre 1893 nel piccolo villaggio di Nowy Folwark, parrocchia di Krotoszyn, nell’archidiocesi di Poznan in Polonia.
I suoi genitori si chiamavano Giovanni Kozal e Marianna Placzek, crebbe e fu educato nella numerosa famiglia, che era povera ma molto religiosa. Avendo manifestato esemplarità nelle scuole elementari e una innata predilezione per tutto ciò che era sacro, su consiglio degli insegnanti il 27 aprile 1905, fu iscritto al ginnasio di Krotoszyn, che frequentò per nove anni sempre come ‘primo della classe’.
Durante il ginnasio conobbe l’organizzazione clandestina cattolica “Associazione Tommaso Zen”, che si opponeva alla politica di germanizzazione delle scuole e di cui negli ultimi anni ginnasiali ne divenne anche presidente.
Diplomato nel 1914, Michele Kozal si iscrisse al Seminario ‘Leonium’ di Poznan e i suoi studi furono influenzati dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, li terminò a Gniezno nella cui cattedrale fu ordinato sacerdote il 23 febbraio 1918.
Negli anni successivi ebbe vari incarichi pastorali in alcune cittadine, i cui nomi sono così difficili per noi a pronunciare e leggere, facendosi apprezzare per il suo zelo e dedizione, completando nel contempo gli studi teologici con ottimi risultati.
Il cardinale Edmondo Dalbor arcivescovo di Gniezno, il 29 settembre 1922 lo nominò prefetto del ginnasio cattolico umanistico femminile di Bydgoszcz e nel 1927 lo nominò padre spirituale del Seminario Maggiore di Gniezno.
La sua opera sacerdotale e di guida spirituale, fu così proficua che il 25 settembre 1929 fu nominato rettore del medesimo Seminario, nonostante che fra tutti i docenti, egli fosse l’unico a non possedere i gradi accademici.
Trascorsero così dieci anni, contrassegnati dalla sua prudente ed esemplare guida verso gli alunni. Papa Pio XII il 12 giugno 1939 lo nominò vescovo ausiliare di Wloclawek con il titolo di vescovo titolare di Lappa; venne consacrato nella cattedrale della città il 13 agosto 1939.
Dopo pochi giorni il 1° settembre, le truppe naziste invasero la Polonia e scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, che tanta devastazione e orrori apportò al mondo intero. Mons. Kozal divenne punto di riferimento e di conforto per l’impaurita gente di Wloclawek e nonostante i pressanti inviti delle autorità polacche ad allontanarsi dalla città, egli tenacemente volle rimanere con il suo popolo ed amministrare la diocesi dopo la partenza il 6 settembre, del vescovo mons. Radonski. 
Il suo servizio pastorale durò in tutto appena 22 mesi; i tedeschi entrati in città il 14 settembre, diedero inizio ad un sistematico smantellamento dell’attività ecclesiale, le pubblicazioni cattoliche furono soppresse, sequestrati gli edifici appartenenti a chiese ed istituzioni religiose, il clero arrestato.
Di fronte al terrore scatenato dai nazisti, il vescovo Kozal protestò energicamente ma inutilmente presso le autorità d’occupazione, per i soprusi fatti alla Chiesa. Ciò fece scaturire l’ordine di presentarsi alla Gestapo, fra l’altro veniva chiesto che le omelie fossero in lingua tedesca, ma lui non acconsentì e prevedendo un suo prossimo arresto, fece preparare una valigetta con l’indispensabile.
Infatti il 7 novembre 1939 fu arrestato insieme ad altri sacerdoti e rinchiuso nel carcere della città, dove subì anche la cella d’isolamento e sevizie. Il 16 gennaio 1940 fu trasferito con altri seminaristi e sacerdoti nell’Istituto dei Salesiani a Lad agli arresti domiciliari, da dove poté segretamente avere contatti con la diocesi e riorganizzare il Seminario.
Dalle sue finestre, poté vedere il passare delle folle dei deportati, perciò non si fece illusioni sulla sua sorte; anzi decise di offrire la sua vita a Dio per la salvezza della Chiesa e della sua amata Polonia.
Mentre altri ecclesiastici venivano deportati nei diversi campi di concentramento, mons. Michele Kozal fu lasciato a Lad insieme a sette sacerdoti ed un diacono; ma nonostante gli sforzi della Santa Sede per salvarli, il 3 aprile 1941 anch’essi furono deportati nel campo di concentramento di Inowroclaw, dove il vescovo riportò lesioni alle gambe e all’orecchio sinistro, per le torture inflitte loro dai nazisti.
Il 25 aprile del ’41 furono trasferiti nel famigerato campo di Dachau, al vescovo Kozal fu assegnato il numero identificativo 24544; alle sevizie giornaliere che subivano, in particolare i sacerdoti cattolici, si aggiunse un’epidemia di tifo, che colpì un enorme numero di deportati. 
Anche mons. Kozal fu colpito dalla malattia in forma grave e il 25 gennaio 1943 fu trasferito insieme a suo cugino padre Ceslao Kozal, nella baracca dei malati denominata ‘Revier’; il giorno seguente venne visitato dai medici e il loro capo gli fece un’iniezione nel braccio destro e dopo qualche minuto mons. Kozal spirò.
La testimonianza del cugino è stata determinante, perché udì dal gruppo dei medici la frase: “Ora gli sarà più facile la via dell’eternità”. Non si sa quale veleno sia stato iniettato; il suo corpo il 30 gennaio 1943 fu incenerito nel forno crematorio di Dachau.
Nella cattedrale di Wloclawek è stata posta nel 1954 una lapide monumentale, che ricorda il martirio del vescovo Michele Kozal e di 220 altri sacerdoti della diocesi, morti nel campo di Dachau in Germania.
Il giorno della celebrazione liturgica del beato Michele Kozal è il 26 gennaio.

 


Autore: 
Antonio Borrelli (www.santiebeati.it)