Nel 1917 venne promulgata in Messico una nuova Costituzione, ispirata a principi anticlericali, firmata dal presidente Carranza. Da essa ebbe origine una fase di violenta persecuzione religiosa. L’episcopato messicano espresse la sua contrarietà alla nuova legge fondamentale della nazione, provocando però in tal modo una forte reazione da parte governativa. Dal 1926 in avanti, sotto la presidenza di Calles, la persecuzione si fece ancor più violenta con l’espulsione dei sacerdoti stranieri, la chiusura delle scuole private e di alcune opere benefiche. I laici messicani costituirono un’organizzazione denominata Lega in Difesa della Libertà Religiosa, che proclamò: “Deploriamo la guerra, ma la nostra dignità oltraggiata e la nostra fede perseguitata ci obbliga a correre per difenderci sullo stesso campo su cui si sviluppa l’attacco”. Il popolo decise di difendere la propria libertà religiosa per mezzo delle armi. Ebbe così inizio la guerra civile, meglio conosciuta in Messico come “movimento dei Cristeros”.
Molti sacerdoti accompagnarono questi rivoltosi, per garantire loro l’assistenza spirituale, pur essendo ben consci di rischiare la vita: è questo il caso dei 25 martiri che furono canonizzati il 21 maggio 2000, da Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro (Cristoforo Magallanes Jara e 24 compagni). Inoltre altri 14 vittime della medesima persecuzione sono state beatificate tra il 1988 ed il 2005.