La sua vita fu strettamente intrecciata, specie nella fine, a quella di padre Giovanni Fausti; Daniel Dajani nacque il 2 dicembre 1906 a Blinisht (Zadrima, Albania) e studiò nel Seminario Pontificio di Scutari, diretto dai padri della Compagnia di Gesù.
A 20 anni, l’8 luglio 1926, entrò nel Noviziato dei Gesuiti a Gorizia, poi studiò filosofia dal 1931 al 1933 a Chieri (Torino); insegnò nel Seminario di Scutari nel 1934-1935 per ritornare a Chieri nel 1937-1939 a studiare teologia.
E a Chieri fu ordinato sacerdote il 15 luglio 1938, di nuovo nel 1940 tornò nel Seminario di Scutari come professore e impegnato nell’attività pastorale della ‘Missione volante’.
Il 2 febbraio 1942 fece la sua professione religiosa, proseguì per tre sconvolgenti anni a fare l’insegnante in Albania, scossa dalla Seconda Guerra Mondiale e occupata dai tedeschi; quando le truppe di Hitler si ritirarono alla fine del 1944, subentrarono al potere i partigiani comunisti comandati da Enver Hoxha (1908-1985), che influenzati dai bolscevichi russi, presero a mettere in atto una campagna di discredito e soprusi nei confronti dei cattolici ed in particolare dei Gesuiti.
Pertanto quando padre Daniel Dajani fu nominato Rettore del Seminario Pontificio nel settembre 1945, non poteva esserci un periodo peggiore, perché ormai era in atto una vera e propria persecuzione contro i cattolici e gli ecclesiastici.
Infatti il 31 dicembre 1945 fu arrestato insieme a padre Giovanni Fausti, da otto mesi Vice Provinciale dei Gesuiti in Albania e insieme ad altri furono sottoposti ad un processo farsa, con l’accusa non provata da testimonianze, di essere politicanti traditori della nazione, asserviti agli occidentali e spie del Vaticano; pertanto il 22 febbraio 1946, i due gesuiti insieme ad un altro sacerdote e due seminaristi vennero condannati a morte.
Furono fucilati all’alba del 4 marzo 1946 dietro al cimitero cattolico di Scutari, gridando “Viva Cristo Re!”. Il loro martirio fu conosciuto da subito in tutto il Paese e in Europa, ma solo dopo il crollo del regime comunista in Albania, che ne aveva fatto lo Stato più ateo al mondo, si poté avviare l’inchiesta diocesana sul loro martirio.
Il 10 novembre 2002 nella cattedrale di Scutari, si è aperto il processo diocesano per 40 martiri, testimoni della fede, uccisi quasi tutti durante la persecuzione comunista fra cui padre Daniel Dajani gesuita, figlio della terra d’Albania.
Autore: Antonio Borrelli (www.santiebeati.it)