Il 24 giugno del 1949 arriva nel nuovo campo di concentramento sull'isola Persin, nei pressi di Belene, il primo gruppo di prigionieri. Sono circa 300 persone, ex deputati e dirigenti dei partiti d'opposizione, ex ministri e diplomatici, ufficiali dell'esercito e della polizia, magistrati e funzionari del Regno bulgaro, anarchici, legionari. Provengono dal TVO (Campo di Lavoro e Rieducazione) di Bogdanov Dol - Pernik, e sono trasferiti a Belene con vagoni bestiame. Durante il viaggio verso l'ignoto, si insinua in loro il terrore che stiano venendo condotti in Siberia. Questa paura inquieterà anche i successivi gruppi di detenuti, tanto che nel 1950 si diffonde la voce che i prigionieri vengono condotti in Russia, così che le mamme accorrono con i bambini nei carceri, per far vedere i loro padri per l'ultima volta.
Nell'isola disabitata il gruppo dei prigionieri si apre una percorso tra la fitta vegetazione e le paludi, finchè viene condotto sulla parte finale dell'isola, leggermente rialzata. In questo posto comincia a sorgere uno dei due luoghi stabili di detenzione, il futuro Secondo Blocco, che per i successivi quarant'anni servirà da campo di concentramento.
Come segno di ringraziamento verso gli abitanti di Belene, gli amici del Centro Culturale Eugenio Bossilkov e padre Paolo Cortesi, che hanno dedicato tempo ed energie per preparare il Pellegrinaggio Nazionale 2015 sull'Isola, vorrei raccontare brevemente la storia del Campo di Concentramento attraverso le mappe.
Dopo i primi gruppi di prigionieri provenienti dal TVO di Pernik, dal TVO di Nojarevo e dal soppresso TVO di Nikolaevo, il campo di concentramento di Belene si riempie, così che verso il settembre del 1949 in esso si trovano circa 800 degli oltre 4500 lagheristi di tutta la Bulgaria, i più pericolosi "criminali politici" secondo il regime.
Nella primavera del 1950 si giunge a 1500 internati. Durante l'estate del 1951 il numero aumenta velocemente, in seguito alla repressione delle insurrezioni popolari contro la collettivizzazione delle terre, coordinate dai consiglieri sovietici del Ministero dell'Interno, conosciute come le retate di Pasqua e di Giugno, e dalla decisione di raggruppare tutti i lagheristi nel TVO di Belene. Alla fine del 1951, con la chiusura del TVO di Nojarevo, quello di Belene rimane l'unico campo di concentramento del paese; le ultime che arrivano sono le donne del gulag di Bosna.
Con la sua organizzazione il TVO di Belene rappresenta tutte le tappe della sovietizzazione: la soppressione delle strutture politiche, amministrative, giudiziarie, militari e poliziesche del Regno di Bulgaria; la liquidazione delle organizzazioni nazionaliste; la dispersione della opposizione parlamentare democratica; la nazionalizzazione delle terre e delle strutture di produzione; le epurazione nelle università; lo smatellamento delle Chiese occidentali; l'infiltrazione nella Chiesa ortodossa; infine la soppressione della proprietà privata.
La mappa "A" è stata disegnata dai giornalisti di Radio Libera Europa / Radio Libertà a Istambul, in base ai racconti degli espatriati ex lagheristi. Essa indica la situazione verso l'inizio del 1952, quando sull'isola si trovano circa 3300 prigionieri. Sulla mappa si nota il vasto e facilmente accessibile Primo Blocco, nel quale si trovano in questa data i prigionieri politici con lievi condanne (Categoria Prima, Terza Sezione), i quali lavorano principalmente nei campi coltivati sulla parte occidentale dell'isola.
Nel più distante ed isolato Secondo Blocco si trovano gli "incorreggibili criminali politici" (Categoria Prima, Prima e Seconda Sezione). Questi si occupano dei lavori pesanti per la costruzione degli argini.
Sulla riva meridionale è ubicato il Terzo Blocco, dedicato alla coltivazione degli ortaggi. Questo posto esisteva anche prima del 1952, ed era chiamato semplicemente l'Orto, mentre prima del 1952 veniva indicato come Terzo Blocco l'accampamento temporaneo sulla terraferma, nella pianura di Belene, dove i prigionieri si dedicavano a scavare i canali per l'irrigazione.
Il Quarto Blocco, il campo femminile ubicato sull'isoletta Shturceto, viene fondato alla fine del dicembre 1951.
Lungo la riva si trova anche il Quinto Blocco, composto da una fabbrica di mattoni e dalle stalle per maiali e mucche, dove lavorano i prigionieri con condanne brevi.
Dalle stesse fonti provengono le informazioni anche sul Secondo Blocco, Mappa "B".
La Mappa "C", disegnata dagli stessi giornalisti di Radio Europa, ci mostra la stessa disposizione dei Blocchi.
Tra il 1952 e il 1953 il Campo di Concentramento subisce radicali modifiche. In base al modello sovietico, il regime bulgaro prova a gestire i campi e le carceri con un'unico sistema penale e di lavori forzati, inizialmente con il TVO di Nojarevo, poi anche con quello di Belene.
Nel maggio 1952 vengono condotti sull'isola prigionieri politici provenienti da diverse carceri del paese. Sono rinchiusi nel Primo, nel Terzo e nel Quinto blocco. I prigionieri della Prima e della Terza Categoria, finora nel Primo Blocco, sono traferiti nel Secondo Blocco; qui vengono radunati tutti i "lagheristi", circa 3000. Per contenerli tutti vengono costruite altre 10 baracche, più sconquassate delle precedenti.
La mappa "D" presenta la situazione del Secondo Blocco all'inizio del 1954, ed è disegnata dall'Amministrazione del campo. Comparandola con la mappa "B", si può nostare come le baracche col passare del tempo si sono unite una all'altra, e nell'angolo sud-ovest è stata costruita una infermeria, mentre a nord dieci ulteriori baracche.
Nel mese di maggio 1953 i "carcerati" sono spostati al Secondo Blocco, ed i "lagheristi" al Primo Blocco; ad agosto (dopo la morte di Stalin), inizia la liberazione dei "lagheristi" in tre tappe. Il Campo viene chiuso "ufficialmente" nel settembre 1953... ma in esso vengono dimenticati 400 lagheristi, i quali in seguito verranno mandati a gruppi nelle centrali della DS (Sicurezza di Stato). Gli ultimi lasciano l'isola nella primavera del 1954.
Contemporaneamente però sono condotti sull'isola altri prigionieri politici da tutta la Bulgaria, e nel novembre 1953 ci sono oltre 4500 "carcerati".
La mappa "E", viene disegnata dall'amministrazione del lager il 5 settembre 1953, data che segna la trasformazione da "Campo di Concentramento" a "Struttura Carceraria".
Nel novembre 1956, durante la rivoluzione ungherese, vengono eseguiti arresti "preventivi" di massa, e gli indomabili oppositori politici del regime, dirigenti dell'opposizione, leaders agrari, socialdemocratici, democratici, legionari, anarchici, ufficiali e poliziotti... vengono rinchiusi nuovamente a Belene sull'isola Persin.
През декември въдворяването в ТВО е узаконено и територията на острова е поделена между концлагера, който е към МВР, и затворническото общежитие, което от началото на 1957 г. трябва да премине с всички затвори към Министерство на правосъдието. На карта “F” комисията, съставена от ръководители на отдел “Затвори” и МВР и с председател окръжния началник на МВР-Плевен Георги Аргиров, е маркирала разделителната линия. ТВО получава ІІ обект и прилежащата гориста и заблатена територия, а ЗО – І обект с обработваемите площи, ІІІ обект(оборите в близост до І обект) и V обект на брега. На ІІ обект са настанени мъжете лагеристи, а в обори до ІІ обект – жените.
Nel febbraio del 1958 oltre 1700 giovani, rastrellati durante l'operazione "hooligans", sono rinchiusi nelle stalle del Secondo Blocco. Il Campo aumenta così la propria forza lavoro, tanto che il vice-ministro degli interni, Mircio Spasov, prova ad acquisire al proprio Ministero l'intera isola e tutti i terreni coltivabili.
Alla fine di aprile 1958 i carcerati vengono trasferiti nel Quinto Blocco e nelle altre postazioni sulla riva, gli "hooligans" vengono spostati al Primo Blocco, e i minorenni nel Quinto Blocco, ma separati dai carcerati.
Nonostante il fatto che i lagheristi si occupino interamente dell'attività agricola sull'isola, le entrate continuano ad andare nelle casse della sezione "Carceri", presso il Ministero della Giustizia. Perciò si inizia a mandare gli "hooligans" a lavorare in diversi cantieri sulla terraferma, per ristrutturare strade e canali nei paesi vicini, per produrre mattoni, a fornire braccia nelle cooperative agricole, come manovali nella costruzione di edifici del Ministero degli Interni o del Partito, nelle cave di pietra di Pleven, a costruire lo stadio Spartak di Sofia, e perfino a costruire la Casa del Popolo di Belitsa, il paese natale del colonnello Tritckov, comandante del lager.
Dopo la seconda chiusura ufficiale del Campo di Concentramento nel 1959... tutto continua come "carcere", e il Secondo Blocco viene di nuovo destinato ai "carcerati".
Dal 1959 al 1962 l'isola Predela, che si trova a sud-est della grande isola Persin, viene adibita a cimitero segreto per i prigionieri ammazzati nel campo segreto di Lovetc.
Nel dicembre del 1963 il "confino forzato", che era stati sospeso durante le indagini sul lager di Lovetc, viene ripreso con forza, e nel gennaio 1964 viene inaugurato nel Secondo Blocco un "campo di punizione all'aperto" per i confinati che tragrediscono il confino.
Ma da subito ricominciano ad arrivare "confinati" per motivi politici. In preparazione al Festival Giovanile Internazionale del 1968, sull'isola bvengono rinchiusi preventivamente giovani, alcuni dei quali senza neppure una formale accusa di confino. Essi non sono alloggiati al Secondo Blocco, ma vengono messi nelle vecchie caserme della polizia di frontiera che si trovano sulle rive occidentali e meridionali dell'isola.
Negli anni '70 vivono al Secondo Blocco circa 120 persone, confinate dalla Sicurezza di Stato e dalla Milizia, metà dei quali sono bulgari musulmani che si rifiutavano di slavizzare i loro nomi. Purtroppo le testimonianze su questo periodo sono poche, ma l'utilizzo dei diversi blocchi rimane lo stesso.
Con l'inizio del "processo di rinascita" e con le prime propteste contro la violenta assimilazione dei bulgari di origine turca nel dicembre del 1984, inizia la reclusione di turchi nel carcere di Belene. Inizialmente sono internati nel Primo Blocco, con un regime di duro isolamento, senza uscite, senza lavoro, senza visite e senza corrispondenza.
Il regime non aveva una chiara idea su come legittimare il prolungarsi di queste detenzioni illegali, visto che ancora alla fine del gennaio 1985 la detenzione a Belene veniva giustificata come "confino", pur essendo Belene inserita nelle liste dei luoghi di detenzione coercitiva.
Inizialmente la gestione di questo campo di concentramento per turcofoni era gestitea dall'amministrazione regionale del Ministero degli Interni di Pleven. Dall'aprile 1985 essa viene trasferita alla sezione "Carceri" del Ministero degli interni. Da qui in poi è permesso ai prigionieri di lavarsi, si scrivere ai parenti e di ricevere visite. Iniziano anche a svolgere alcuni lavori, e verso la fine di maggio vengono trasferiti al Secondo Blocco.
L'internamento, che viene gestito dai distretti regionali del Ministero dell'Interno e contemporaneamente anche da diverse sezioni dei Servizi (Direzione Generale, Sesta Sezione, Seconda Sezione), dal maggio 1985 si estende anche a cittadini bulgari, vittime dei Servizi.
Alcuni casi di scipero della fame, registrati nell'estate dello stesso anno, mostrano come nel lager comincia a sorgere una resistenza, emergono dei leaders, si crea solidarietà tra turchi, bulgari e prigionieri politici. Alla fine di giugno inizia lo scipero della fame ad oltranza il bulgaro Ivan Kutrovski di Varna, seguito a metà luglio da alcuni turchi. Kutrovski continua lo scipero della fame per 30 giorni, a conclusione del quale i cittadini bulgari sono prelevati dal lager e condotti al confino a Bogdanov Dol.
Comincia anche la liberazione dei turchi, solitamente trasferiti al confino altrove; solo un nuovo prigionero arriva sull'isola. Alla fine di novembre del 1985 24 prigionieri sono spostati dal Secondo Blocco alla Slaveia, una caserma abbandonata della polizia di frontiera, situata sulla sponda settentrionale dell'isola.
Alla fine dell'anno rimangono sull'isola solo 35 persone. Alla fine di marzo del 1986 tutti i rimasti entrano in sciopero della fame per 13 giorni, in onore del 13° Congresso del Partito Comunista Bulgaro. Dopo il 13° giorno solo quattro prigionieri continuano ad oltranza, decisi a farsi liberare. All'inizio di aprile la caserma viene abbandonata, una parte dei prigionieri è trasferita nel carcere di Bobov Dol, altri spostati al Secondo Blocco, e gli scioperanti isolati nel Primo Blocco.
Solo dopo 26 giorni di sciopero della fame ricevono da un generale la promessa die essere liberati. Ma quando risulta chiaro che è una promessa di Pulcinella, continuano a scioperare, finchè dopo altri 9 giorni vengono rilasciati dal carcere e confinati a forza nella Bulgaria nord-occidentale.
Anche altri prigionieri vengono rilasciati, ma si registrano proteste anche durante i mesi di maggio e giugno, finchè il lager non viene definitivamente chiuso nell'autunno del 1986.
Uno dei quattro scioperanti della fame nella caserma è Sabri Iskender, che successivamente divenne uno dei tre fondatori e leader della Lega Democratica per i diritti dell'uomo in Bulgaria, la quale ebbe un ruolo fondamentale nelle Proteste di Maggio del 1989. Su mio invito egli ha disegnato la mappa del campo di concentramento di questo periodo, nella quale è registrata anche la "caserma".
Dal 1949 al 1986 l'isola Persin di Belene fu
luogo di sofferenza
per non meno di 15.000 uomini e donne.
Борислав Скочев http://www.svobodata.com/ 25 Юни 2015