Il giovane padre Eugenio rientra nella sua amata Bulgaria con il titolo di “Dottore in Sacra Teologia”, pronto a lavorare tra la sua gente con profondo spirito evangelico. Il vescovo mons. Damian Theelen lo nomina suo segretario e parroco della Cattedrale di Ruse.
Nel 1934 viene poi nominato parroco di Bardarski-Gheran. Qui svolge una intensa attività sociale e spirituale in favore dei giovani. Rinnova la liturgia e la catechesi. Si dedica con entusiasmo alla preparazione dei fidanzati al matrimonio e alle problematiche familiari. Si dedica anche alla politica, entrando a far parte del Consiglio Comunale, e per suo merito nel 1936 Bardarski-Gheran, prima frazione, diventa un Comune autonomo. Termina pure la nuova chiesa parrocchiale e a lato costruisce una capiente canonica, adatta anche ad accogliere i vari gruppi parrocchiali.
E’ un brillante predicatore: i suoi parrocchiani non si stancano mai di ascoltarlo e di seguirlo; i fratelli ortodossi stimano e apprezzano il suo stile e la sua apertura al dialogo, e sono attratti dalla sua disponibilità e spirito di comunione.
Stabilisce buoni contatti con anbienti culturali e governativi della Bulgaria. Per la sua notorietà in campo nazionale, nel 1938 è scelto come relatore principale per la commemorazione del 250° anniversario della rivolta di Ciprovetz contro gli Ottomani; questo suo intervento appare su quasi tutti i giornali bulgari del tempo.
Un altro suo importante intervento pubblico si svolge nel 1941 a Sofia, in occasione della festa del primo libro stampato in lingua bulgara, “Abagar” di Filipp Stanislavov.
Nel 1940 anche la Bulgaria è coinvolta nella seconda guerra mondiale ed è occupata dai tedeschi. Padre Eugenio deve ridurre al minimo la sua attività pastorale durante i tre anni e mezzo di occupazione tedesca.
Dalla padella alla brace: il 9 settembre 1944 l’Unione Sovietica dichiara guerra alla Bulgaria, la invade ed instaura il regime comunista stalinista. Ben presto iniziano le persecuzioni del regime contro le confessioni cristiane (Ortodossa, Cattolica Evangelica…) con la chiusura e confisca delle scuole, delle case, dei terreni, e con l’espulsione di tutti i sacerdoti e religiosi stranieri “spie imperialiste dell’America e del Vaticano”.
A Bardarski–Gheran padre Eugenio prepara la gente ad essere salda nella fede, mentre nelle lettere agli amici chiede preghiere per il momento che si preannuncia di forte persecuzione: “I nostri dolori sono venuti dopo la guerra e dureranno ancora finchè avremo l’attuale partito al potere. Ciò che voi avete, e cioè il sentirvi liberi, a noi manca”.