La storia di Eugenio Vincenzo Bossilkov comincia sulla sponda bulgara del Danubio, nel pianeggiante paese di Belene, il 16 novembre 1900. I genitori, Luigi e Beatrice Giantova hanno cinque figli: Giuseppe, Paolo, Atanasio, Vincenzo e Nicola.
Vincenzo riceve il battesimo nella parrocchia della Natività di Maria lo stesso giorno della nascita.
Bambino vivace, dopo la scuola, segue la mamma nel lavoro dei campi. Un brutto giorno, giocando, si allontana da lei , scivola e cade nelle acque del Danubio. Vincenzo grida. La mamma si precipita disperatamente verso il figlio invocando l’aiuto della Madonna, ma le acque ingoiano il bambino. Solo un soccorso prodigioso lo salva. La mamma ringrazia l’intervento divino e promette di donare il figlio al servizio della Chiesa di Cristo.
A nove anni, il 16 agosto 1909, riceve il sacramento della confermazione. Completa la scuola primaria a Belene. Diventa assiduo frequentatore della chiesa parrocchiale della Natività di Maria, ma lo si vede anche alla parrocchia di S. Antonio. Serve la santa Messa ed è sempre presente alle lezioni di catechismo. I suoi amici di gioco e di scuola lo ricordano allegro, intelligente, serio e responsabile, anche se, come tutti i ragazzi, era più amante dello scherzo che dello studio. Aiuta i genitori guidando al pascolo le pecore.
A 11 anni rimane orfano di papà. Mamma Beatrice poi si risposerà, per esigenze familiari, con il signor Geno.
(Tratto da: F. Taccone, Eugenio Bossilkov, vescovo bulgaro martire, Teramo 1998, p. 9)