La distruzione della Chiesa greco-cattolica romena fu deliberata da Mosca per volontà di Stalin in persona, ossessionato dall’idea che le “divisioni del Papa” costituissero l’unico vero ostacolo al trionfo del sistema sovietico. Come già in Ucraina, il clero e i fedeli greco-cattolici sarebbero dovuti passare forzosamente all’ortodossia, pena il carcere o la morte. Già a partire dall’estate del ’48 si verificarono arresti, interrogatori, vessazioni contro la Chiesa cattolica di rito orientale che sarebbero poi sfociati nella sua ufficiale messa al bando con l’“Atto di abrogazione” del 1° dicembre 1948. All’inizio della persecuzione, tale Chiesa poteva contare su 6 vescovi, circa 1800 sacerdoti e 2 milioni di fedeli. La risposta dei vescovi fu da subito ferma. In una predica ad Oradea nel giugno del ’48, il vescovo Hossu aveva dichiarato: “per nessun motivo diverremo traditori e per nessun motivo abbandoneremo la fede di nostra madre Roma. Se ci fosse anche chiesta la vita, ebbene daremo la vita per la fede”.
Furono presto espropriate tutte le chiese, i conventi, gli asili, le scuole. I vescovi Valeriu Traina Frentiu, Alexandru Rusu, Ioan Balan, Iuliu Hossu, Ioan Suciu e Vasile Aftenie vennero imprigionati nel 1948 e fu loro richiesto il passaggio all’ortodossia. Nessuno di essi accettò.
A monsignor Aftenie (1899-1950) fu proposto, in cambio della sua “conversione”, di divenire patriarca ortodosso di Bucarest. Rispose: “Né la mia fede né la mia nazione sono in vendita”. Le torture cui fu sottoposto direttamente nelle stanze del Ministero degli interni lo condussero ad una morte atroce: quando il suo corpo fu rinvenuto risultava senza braccia. Aftenie divenne così il primo martire della Chiesa romena
Durante la sua Visita Apostolica in Romania nel maggio 1999, papa Giovanni Paolo II ricordava: “Vengo ora dal cimitero cattolico di questa città: sulle tombe dei pochi martiri noti e dei molti, le cui spoglie mortali non hanno neppure l'onore di una cristiana sepoltura, ho pregato per tutti voi, ed ho invocato i vostri martiri e i confessori della fede, perché intercedano per voi presso il Padre che sta nei cieli. Ho invocato in particolare i Vescovi, perché continuino ad essere vostri Pastori dal cielo: Vasile Aftenie e Ioan Balan, Valeriu Traian Frentiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu, Alexandru Rusu. Il vostro martirologio si apre con l'ideale concelebrazione di questi vescovi che hanno mescolato il loro sangue con quello del sacrificio eucaristico che quotidianamente avevano celebrato”.